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News Pollino

Creato: Lunedì, 22 Marzo 2021 14:04
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Categoria: News Pollino
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I Mulini... storia e racconti

I Mulini... storia e racconti

 

Questo è uno scorcio di storia locale che parla del Pollino ed in particolare di Terranova di Pollino.
 
Nel 1700 sul torrente Sarmento esistevano diversi mulini che rappresentavano il punto di riferimento per la macinazione dei cereali per i contadini residenti nei paesi dell intera valle del Sarmento. Nel comune di Terranova di Pollino esisteva e funzionava un Mulino a Gualchiera in località Casa del Conte - Paraturo. La Gualchiera era un piccolo edificio destinato alla manifattura della lana. L'energia del moto rotatorio, impresso dall'acqua alla ruota orizzontale, era trasformato in moto rettilineo alternato. Le camme,     (dischi metallici sagomati) montate su un massiccio albero verticale, sollevano e lasciavano ricadere dei pestelli in legno che gualcavano i panni di lana tenuti in ammollo. Dal 1800 il mulino di Casa del Conte - Paraturo fu utilizzato solo per la macinazione del grano.
Dai racconti di mio nonno Guaragna Antonio:
"Mio padre, Guaragna Francesco mi raccontava che il primitivo mulino era piccolo e riusciva a macinare in una giornata (12 ore) massimo tre quintali di grano. D'estate il mulino riusciva a funzionare usando l'acqua di una vasca (cibbia). Per ogni pieno si macinavano 50 kg di grano. Si andava a deviare l'acqua delle sorgenti Pitta Curcer' nel canale Cugno cumone e Cugno dell'acero. Mio padre dava un quarto di grano alla guardia comunale per impedire che l'acqua fosse deviata nel versante di San Severino Lucano.
I proprietari del mulino sono state le famiglie Guaragna e Viola. Nel 1878 mio nonno, Guaragna Carlo e nel 1898 Viola Antonio hanno sposato Dattoli Filomena il primo e Dattoli Teresa il secondo, entrando in possesso del mulino per via ereditaria. Ogni famiglia faceva il turno di due giorni e due notti se c'era la folla. Venivano dai paesi della vicina Calabria, e dalle frazioni di Terranova di Pollino, ( Destra delle Donne, Vernile, Tavernola), con gli asini le mule ed anche a piedi. D'inverno se si rimaneva senza farina, si legava il sacco anche all'altro estremo, e portandolo sulle spalle come una bisaccia, si trasportavano al mulino 30 kg di grano.
 
 
Nel 1934 avevo 7 anni quando per la prima volta venne costruita la "saitta" (cascata), costruita dai falegnami del posto con doghe di abete lunghe 7 metri, sostituendo quella realizzata con un tronco di abete nell'anno 1906. Mio padre Francesco mi raccontò che la saitta era stata ricavata da un tronco di abete bianco lungo 7 metri, tagliato in due con dei cunei e svuotato dalla parte fradicia. Qui vennero unite con dei cerchi di ferro. Gli scalpellini prepararono una pietra dello spessore di un metro. Il tronco di abete, con l'aiuto di tutta la gente, venne alzato con pali, scale e funi, (come si fa per la pita di Sant'Antonio) e incastrato nel cilindro incavato nella pietra. La cascata durò circa 25 anni.
L'acqua, presa nel fiume Sarmento, alimentava la cascata con l'acquara e azionava la ruota idraulica orizzontale. Questa era collegata con un asse verticale alla macina di pietra superiore, che sfregando su quella fissa inferiore, sfarinava il grano che cadeva dalla tramoggia. Nel 1953 le prime macine, costruite dagli scalpellini del luogo con le pietre del Salice e San Migalio, furono sostituite con quelle della Provenza provenienti dalla (Francia). Il mulino così raggiunse il massimo della produzione: macina di un quintale di grano in un'ora.
Il mulino ad acqua Casa del Conte - Paraturo funzionò sino al 1968. In quell'anno come nel 1945, una tempesta con la conseguente piena del fiume distrussero l'acquara e la cascata ormai lesionata dalle incurie del tempo.
 
Luca Tufaro