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EnoGastronomia

Creato: Venerdì, 15 Dicembre 2023 22:37 | Rate this article
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Cantina Rizzo

Cantina Rizzo 

Frascineto

Storia Aziendale
La nostra azienda è una piccola realtà in un suggestivo panorama ai piedi del Monte Pollino.
Nasce nel 1998 per volontà di Gennaro Rizzo, proprietario dell'azienda, appassionato di viticoltura e da sempre desideroso di impiantare vitigni autoctoni in alcuni terreni storici di famiglia, caratterizzati da una particolare posizione geografica la quale, favorita dall'aria fresca dei monti e dalla brezza marina dello Ionio, contribuisce alla perfetta maturazione di ogni singolo grappolo.
Situata a Eianina, piccola frazione di Frascineto (paese di origine arbëreshe), la nostra cantina affiora fra un vasto uliveto che la circonda, ai piedi delle meravigliose montagne rocciose di Frascineto. Qui trasformiamo le uve provenienti esclusivamente dai nostri vigneti, che si estendono per circa cinque ettari.
Montonico, Malvasia e Pecorello (a bacca bianca), Magliocco canino e Greco nero (a bacca nera) sono le varietà di vitigni autoctoni che coltiviamo, la cui raccolta avviene rigorosamente a mano per selezionare solo i grappoli migliori direttamente sulla pianta.
Un tempo ogni famiglia di Frascineto era dedita all’arte vitivinicola. Chiunque avesse un terreno, seppur piccolo, si dedicava alla coltivazione della vite e alla produzione del vino, all’epoca venduto “sfuso” senza essere imbottigliato.

                                                        
Noi oggi abbiamo scelto di proseguire con questa antica pratica, attualmente molto radicata del nostro territorio, decidendo comunque di realizzare una piccola linea di vini in bottiglia, come prodotto di nicchia, per essere coerenti con la nostra filosofia: rispettare la tradizione, ma sempre con un occhio rivolto all’innovazione.
È proprio di questo che si occupa oggi il figlio Francesco, che ha preferito tornare nel proprio paese per amore della sua terra e della sua azienda piuttosto che rimanere in città a Bologna dopo aver terminato gli studi universitari.
Dopo aver preso in mano le redini dell'azienda, un pomeriggio, leggendo vecchi archivi storici di famiglia ha scoperto di avere un omonimo trisavolo, Francesco Rizzo appunto, che nel 1920 risultava essere uno dei primi cittadini di Frascineto a produrre vino.
Da sempre appassionato al mondo del vino, Francesco si prende cura della cantina a tutto tondo, dal vigneto alla vinificazione.
Proprio lavorando nei vigneti si è reso conto, con un’osservazione condotta da un punto di vista ampelografico, di avere fra le mani una vite storica molto particolare e i risultati del test del DNA della vite hanno confermato quella sua sensazione. Si tratta di un vitigno raro, il Montonico Pinto (a bacca bianca), di cui esiste solo 1 ettaro di proprietà appunto della Cantina Rizzo. Questo vitigno ha subito una modificazione genetica rispetto a "suo padre" il Montonico. La denominazione Pinto si deve ad alcuni puntini che si trovano sulla buccia dell'acino che all'inizio hanno fatto pensare che fosse punto da un insetto, da qui Pinto. In realtà non è punto da un insetto, ma è semplicemente un aspetto che lo caratterizza e lo distingue.
A brevissimo uscirà la prima DOP aziendale con Montonico Pinto in purezza, di cui non sveliamo ancora il nome e la storia.
Attualmente dunque i nostri vini in bottiglia sono cinque:
Timpa delle Fave, vino bianco che nasce dall'unione dell'uva Montonico (80%) e Malvasia (20%)
Monvecchio Rosso, che nasce dalla vinificazione delle uve provenienti dal Magliocco Canino (100%)
Monvecchio Rosato, prodotto da uve provenienti dal vitigno Magliocco Canino (100%)
Gëzuar è un vino rosso che prende il nome dalla lingua arbëreshë, ossia la lingua dei paesi italo-albanesi; Frascineto è uno dei pochi comuni che ancora rispetta e conserva la lingua e le tradizioni di questa minoranza etno-linguistica. La parola Gëzuar (si legge "Gzuar") significa letteralmente "Salute" e viene usata come esclamazione in un brindisi. Il vino nasce dall'unione dell'uva Magliocco Canino e Greco Nero.

                                                                                
E infine il Kroi, anch'esso derivante dalla lingua arbëreshe. Un vino prodotto da uve 100% Pecorello. Il suo nome significa Fontana ed è stato scelto per rendere omaggio al nome della via in cui è situata l'azienda, che conduce alla fontana storica del paese. Fontana sorgiva con cui un tempo le donne lavavano i panni e che ancora oggi vede molta gente recarsi lì per bere la sua ottima acqua fresca priva di cloro.

Creato: Martedì, 07 Novembre 2023 09:09 | Rate this article
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Casalnuovo del Duca

Azienda Agricola Casalnuovo del Duca

      

Casalnuovo del Duca era l'antico nome di Frascineto, paese Arbëreshë in cui ha sede l'azienda. La sua estensione complessiva è pari a 25 ettari coltivati a vigneti e uliveti. Essa pur rappresentando una realtà vitivinicola volta al futuro, affonda le sue radici nel passato. Difatti la famiglia Spata-Armentano, proprietaria dell'azienda, vanta antiche tradizioni nel settore della produzione vitivinicola. Prova ne è la vecchia cantina di famiglia nel centro storico di Frascineto e l'antico Palmento dove, fino all'ultimo ventennio dell'ottocento, l'uva veniva pigiata con i piedi e poi pressata in un antichissimo torchio artigianale costruito interamente in legno, oggi custodito gelosamente dai proprietari. Nel 2006 l'azienda inizia un articolato "Progetto Qualità" attraverso la scommessa su un territorio collinare vocato da sempre alla viticoltura e dal quale, con un lavoro intenso, con l'esperienza si potevano ottenere uve di straordinaria qualità. La loro oculata selezione ha portato alla nascita del marchio Casalnuovo del Duca.

I vini sono realizzati con vitigni autoctoni come il Pecorello per il bianco e il Magliocco per rosso e rosato.

 

Creato: Venerdì, 10 Aprile 2020 19:03 | Rate this article
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Cuddrura salata

Cuddrura salata 

 

Dopo tanti dolci ecco una variante salata del dolce simbolo della Pasqua in Calabria, la "cuddrura salata", la tradizione nel borgo di Morano Calabro vuole che questa pietanza venga consumata il giorno della Santa Pasqua.
Il suo nome deriva dal greco kollura, per la sua forma circolare, nell'antichità ne venivano realizzate di grandezze diverse, la più grande veniva donata al capo famiglia in segno di rispetto e venivano posti in essa anche le uova.

Mariella Rose


#perladelpollino