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BENI CULTURALI

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La Madonna Nera di Castrovillari

La Madonna Nera di Castrovillari

 

Ignoto pittore del XVI secolo Olio su tela cm 105 x 73

Raffigurata su quello che un tempo doveva essere un fondo giallo-oro, la Vergine nera a mezza figura avvolta in un Maphorion di colore rosso scuro, dove si evincono le tre stelle virginali, con il Cristo sorretto sul braccio destro che indossa il chitone bianco e himation giallo, Castrovillari sfoggia questa suggestiva opera, ad oggi conservata nella Basilica Minore di San Giuliano.

Dal punto di vista iconografico viene rappresentato il tipo della Madonna Glykophilousa nella variante in cui il bambino regge in una mano il rotolo e poggia l'altra in quella protesa della madre, mentre un sandalo vi scivola dal piede.

Biagio Cappelli nel 1980 la presenta per la prima volta datandola sul finire del Cinquecento e la riconduce ad una copia fatta eseguire dal vescovo di Cassano, Bonifacio Gaetani ( 1597-1613) per la chiesa di Santa Maria la Nuova di Castrovillari.

Restaurata da Giorgio Leone nel 1985, l'icona è stata oggetto di approfondimenti ed è probabilmente da attribuire a pittore “adriatico”, gravitante nell'orbita Veneziana della pittura di icone.

 

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La necropoli altomedievale di Celimarro

La necropoli altomedievale di Celimarro

Posta su di un’altura che guarda il fiume Coscile, tra il VI e il VII secolo d.C. viene collocata la necropoli altomedievale dei Celimarro. Le tombe furono rinvenute casualmente nel 1957 durante i lavori di una centrale elettrica ed il sito fu oggetto di ricerche da parte di Agostino Miglio, pioniere dell’archeologia nel territorio di Castrovillari e più tardi da parte del Gruppo Archeologico del Pollino e dall’Università della Calabria con indagini condotte dal Prof. Roma ( il sito conosce anche l’immancabile mano di alcuni clandestini).

Le tombe rinvenute sono tutte di tipo antropomorfo, furono intagliate in un banco di travertino con orientamento O-E. Le sepolture sono plurime e riutilizzate, una in particolare con deposizione multipla in cui lo scheletro relativo all’ultima deposizione presentava le braccia incrociate sul petto. Ogni tomba presenta affascinanti caratteristiche come quella di un neonato o quelle ricoperte da grandi macine di pietra.

Nei pressi delle sepolture, furono rinvenuti diversi frammenti di ceramica da cucina, il che fa ritenere che fosse praticato il rito del “banchetto funebre”, mentre cosa ancora più interessante la presenza di buchi di palo nei pressi delle sepolture. Il Prof. G. Roma ipotizzò che potessero essere utilizzati per porvi delle “pertiche” (segnacoli per il ricordo del defunto) come nella descrizione della “Historia Langobardorum” di Paolo Diacono.

Le significative differenze riscontrate tra le tombe, fanno ipotizzare che la necropoli fosse utilizzata da due popolazioni di cultura diversa.

Fonte Museo Archeologico Castrovillari Gruppo Archeologico del Pollino