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EnoGastronomia

Creato: Sabato, 11 Luglio 2020 07:10 | Rate this article
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Moscato di Saracena

Cantine Viola 


Custode di una secolare tradizione del paese e della mia famiglia, io, Luigi Viola, maestro elementare in pensione, da sempre appassionato di natura e agricoltura, dopo aver insegnato per oltre 35 anni, ho deciso di
dedicare a tempo pieno le mie energie al recupero, alla valorizzazione e alla diffusione di un nettare, che correva il rischio di estinzione: il Moscato di Saracena.


Un Passito rinomato sin dal XVI secolo, quando era presente sulla tavola dei pontefici romani, citato poi in diversi trattati enologici dellʼ800 e, oggi, premiato con numerosissimi riconoscimenti.
Coinvolgendo l’intera famiglia, ovvero mia moglie Margherita e i tre figli Roberto, Alessandro e Claudio, ai quali ho saputo trasmettere la passione e l’amore per la nostra terra, ho incrementato la produzione di questo
vino da meditazione che, una volta proposto al pubblico e ad esperti del settore, ha immediatamente avuto un riscontro eccezionale. Col tempo ho ampliato la gamma dei prodotti, puntando sempre sulla qualità, genuinità
ed eleganza utilizzando vitigni autoctoni. I vini prodotti ad oggi sono, oltre al già citato Moscato passito di Saracena, il “RossoViola”, un vino rosso ottenuto da magliocco in purezza;
il “BiancoMargherita” un vino bianco ricavato da un uvaggio di Guarnaccia bianca e Mantonico e la “Grappa di Moscato” ottenuta dalle vinacce del Moscato Passito di Saracena.


Ciò che era nato quasi per scommessa è divenuto per noi tutti un lavoro piacevole e ricco di stimoli, che ci ha permesso di venire a contatto con persone, ambienti e situazioni veramente affascinanti.
I nostri vigneti sono situati nel territorio di Saracena, nella contrada Rinni a 350 m s.l.m., con un’esposizione tale da ricevere i raggi del sole dall’alba al tramonto. Ad Est-Sud Est si affacciano sulla piana di Sibari e sul mare Ionio, ricevendone le correnti miti provenienti dal mare, mentre a nord sono riparate dai venti freddi dalla Catena del Pollino.

Tutto ciò crea un microclima con sensibili escursioni termiche che consentono alle uve di raggiungere una concentrazione alta di profumi. Nei nostri vigneti sono coltivate uve autoctone quali Magliocco dolce, Moscatello di Saracena, Guarnaccia bianca, Malvasia, Mantonico e “Adduroca”, termine dialettale che sta per “odorosa, profumata”.


Il sistema di allevamento è a cordone speronato con un sesto di impianto di 1m 1 x 2,20 m. Pratichiamo l’agricoltura Biologica certificata Bioagricert.

Via Roma, 18 - 87010 Saracena (Cs)
Tel./fax 0981.34722
340.8340943 – 340.3674357
www.cantineviola.it - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
P.IVA 01814930788 – C.F.: VLILGU41P15I423J

Creato: Venerdì, 01 Maggio 2020 22:05 | Rate this article
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Maccheroni ai Ferri

Maccheroni ai Ferri

(Maccaruni a Firritto)

In occasione dei giorni di festa, immancabile è la pasta fatta in casa, a Castrovillari una coppia di amici Carla e Francesco ci mostrano come si fa dandoci la ricetta e mostrandoci alcune fasi attraverso delle foto.

Su di una tavola di legno, si prendono dei pugni di farina, tanti quante persone si prepara, tra bei pugni abbondanti; successivamente si raccoglie la farina creando una montagnola, la si fora al centro e vi si versa un bicchiere e mezzo di acqua calda (non bollente), si aggiunge un pizzico di sale e poi si impasta con le mani.

Versione in dialetto "Castruviddaro"
Sì pigghino i puini i farina a quante pirsune sisi se sisi tri asa pigghià tri belli puini i farina, doppo asa fa nu bello munziddo i farina si ci fa nu buchiniddo minzo e si ci mitte acqua cavuda "non vuddenda", na pizzicata i salo e pù si m'baste culle mane...

 

Si crea successivamente una palla che verrà successivamente lavorata a mano.

Dopo averne tagliato un pezzo, la si stende e allunga:

Se ne tagliano dei tocchetti:

Successivamente si lavora la pasta utilizzando un ferro, per come viene mostrato nell'immagine animata:

Ed ecco il risultato, pronto per essere cucinato:

Poi ognuno ha le sue ricette... buon appetito.

Carla & Francesco Carbone

 

Creato: Venerdì, 10 Aprile 2020 19:03 | Rate this article
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Cuddrura salata

Cuddrura salata 

 

Dopo tanti dolci ecco una variante salata del dolce simbolo della Pasqua in Calabria, la "cuddrura salata", la tradizione nel borgo di Morano Calabro vuole che questa pietanza venga consumata il giorno della Santa Pasqua.
Il suo nome deriva dal greco kollura, per la sua forma circolare, nell'antichità ne venivano realizzate di grandezze diverse, la più grande veniva donata al capo famiglia in segno di rispetto e venivano posti in essa anche le uova.

Mariella Rose


#perladelpollino