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La Cinciallegra 

 

 


Ordine: Passeriformi   Famiglia: Paridi   Genere: Parus   Specie: Parus major


È la più grande di tutte le Cince. La cinciallegra ha una lunghezza di circa 15 cm, presenta un piumaggio di color verdastro nelle parti superiori mentre appare giallastro in quelle inferiori, la gola e vertice sono invece nere, bianche sono le guance mentre lungo l'addome troviamo una striscia nera longitudinale. Nel suo modo di cantare emette note chiare e semplici. Tra le sue caratteristiche sono la sua curiosità e il suo essere “allegra”, nonostante questo non la si vede quasi mai a terra. Elemento caratteristico il suo svolazzare tra i rami, appendendosi a testa in giù per raggiungere insetti e bacche sui rami.

 


Poco tollerante con altri uccelli e non risparmia quelli della sua specie. Spesso attacca anche uccelli di dimensioni maggiori, assalendoli di sorpresa tentando di fratturare il cranio.

Diffusione

  • Europa
  • Africa nord-occidentale
  • Canarie
  • Asia centro-meridionale
  • In Italia ha diffusione estesa, stazionaria e di passo. Se ne stimano da 1 a 2 milioni di coppie nidificanti.

Vive nei boschi misti e di conifere. Frequenta frutteti e giardini dove non nidifica poiché evita la vicinanza dell'uomo.
La coppia cova da 6 a 14 uova indistintamente. Le uova sono di colore bianco con macchie rossicce. In stagioni favorevoli la femmina depone una seconda volta. La femmina cova per 13-14 giorni, e viene alimentata dal maschio. I piccoli vengono alimentati da entrambi i genitori e lasciano il nido dopo 18-20 giorni.
Molto vorace, si ciba prevalentemente di insetti, e di larve, cosa particolare che continua ad ucciderne anche quando è sazio, sminuzza le sue prede con il becco tenendolo saldo con le zampe come fanno i corvidi. Molto saggio e previdente realizza riserve di cibo per i giorni di magra. Non disdegna ragni, piccoli molluschi, lombrichi, frutti e semi e non esita ad uccidere i nidiacei di altri uccelli.

La Coccinella

Coccinella 7-punctata


Uno degli insetti più simpatici e conosciuti è sicuramente la Coccinella, nella suggestione popolare porta fortuna, ma cosa sappiamo della Coccinella?


Appartiene all'ordine dei coleotteri, famiglia crisomelidi. Prende il nome dai sette puntini neri che si trovano sulle sue elitre. Il suo aspetto con colori vivaci, nero e rosso oppure giallo, sono un segnale ai suoi predatori, difatti se disturbata secerne delle gocce di emolinfa acre che macchia la mano e lascia un forte odore per lungo tempo. La coccinella 7-punctata a differenza della maggior parte degli altri coleotteri, difatti da adulto trascorre rannicchiata e nascosta l’inverno riparandosi dal gelo e si ripresenta in marzo quando la stagione fredda sta quasi per terminare. Nel suo periodo di attività va a caccia su molte piante, soprattutto quelle attaccate dagli afidi, loro pranzo preferito oltre ad altri piccoli insetti. Utilizzate nell'agricoltura biologica  come strumento nella lotta biologica per combattere le infestazioni da afidi, ottenendo una significativa riduzione di pesticidi.

Nella mitologia e suggestione le coccinelle sono legate alle dee della fortuna e dell’abbondanza, questo accostamento è dovuto al loro colore rosso, considerato di buon auspicio. Adottate perfino dalla religione cattolica, sono chiamate “gallinelle della Madonna” o “scarabei della Madonna”.
Coccinella in inglese ladybird ovvero “uccellino della donna “o “insetto della donna“ ladybug.
In russo “femmina del Signore” God’s cow.
In Finlandia il termine marienvoglein “insetto di Maria”, ha preso il posto di freyuhaena, da Freya, la dea dell’abbondanza nella mitologia scandinava.
In Italia se entra in camera da letto porta fertilità; se si posa addosso porta fortuna per un numero di mesi pari a quello di punti neri presenti sulle sue elitre rosse. Se invece si posa sulla mano di una ragazza nubile, si sposerà presto.
Nell'Europa del nord si racconta che se una coccinella sfiora una persona, presto si avvererà un suo desiderio.

Foto Gaetano Sangineti

La Rosalia Alpina

Da un punto di vista faunistico, l'area del Parco Nazionale del Pollino è fra le più rilevanti di tutto il meridione d'Italia. Oltre alla varietà di ambienti, la posizione geografica consente una elevata ricchezza di specie e di peculiarità zoologiche.
Fra gli Insetti più importanti è presente uno dei coleotteri più rari d'Europa, e Rosalia alpina, Il cerambice del faggio (Rosalia alpina LINNAEUS, 1758) della famiglia Cerambycidae, un bellissimo e appariscente Coleottero di colore azzurro cenere con macchie nere vellutate, tipico delle estese faggete mature, presenti nel Pollino e con maggior diffusione nel Massico del Pellegrino e Monte la Mula , e indice di un basso grado di alterazione degli ambienti forestali.


L’insetto è noto per la particolare colorazione e per i tratti neri presenti sui segmenti delle antenne; inoltre è anche tra i più grandi rappresentati dell’ordine dei Coleoptera grazie alla lunghezza del corpo che può andare dai 14 fino ai 40 mm. L’aspetto è inconfondibile: il corpo e le elitre hanno una colorazione che va dal grigio-blu fino al blu chiaro. Le elitre, bordate di chiaro, presentano inoltre delle chiazze nere di dimensioni e forma variabile che permettono di distinguere un esemplare da un altro. Il nome della specie è fuorviante, dato che la distribuzione non è limitata alle sole Alpi, ma si riferisce alla posizione in cui è stato raccolto il campione con cui Linnaeus descrisse per la prima volta la specie nel 1758. Il campione fu raccolto da Johann Jakob Scheuchzer il 12 luglio del 1703 nella Taminatal, valle presente in Svizzera che appartiene oggi al Cantone di San Gallo.


Il suo habitat è costituito esclusivamente da piante morte o malandate, oppure parti morte di piante sane e ceppi. È un ottimo indicatore biologico di boschi vetusti di latifoglie in buono stato di conservazione. La sua rarità e vulnerabilità è legata proprio alla alterazione e riduzione degli habitat in cui vive. 

Stefano Saetta

Foto di Stefano Saetta Luglio 2019 Monti dell’Orsomarso

La Salamandra Pezzata
Salamandra salamandra

Tra le tante specie che troviamo sul Pollino eccone una delle più simpatiche e colorate.

 

La Salamandra Pezzata (Salamandra salamandra) è un anfibio urodelo appartenente alla famiglia Salamandridae. La salamandra pezzata è facilmente riconoscibile per la sua colorazione nera con vistose macchie gialle. Piuttosto grande e robusta presenta coda corta e delle ghiandole paratiroidi piuttosto grandi, raggiunge dimensioni tra i 15–25 cm di lunghezza totale, e le femmine sono quasi sempre grandi dei maschi.

 

Nella parte superiore troviamo il riconoscibilissimo alternarsi del colore nero e giallo mentre la parte inferiore è scura. La pelle si presenta liscia e lucente, e le ghiandole rilasciano un muco che ha molteplici funzioni, funge da battericida, riduce la disidratazione e la rende repellente ai predatori. Vive in foreste in zone collinose o montuose, è terragnola e vive in ambienti umidi, attraversati da piccoli corsi d'acqua, fondamentali per la riproduzione.

La salamandra depone le sue uova in torrenti non inquinati con ampia disponibilità di cibo come crostacei, larve di insetto ecc. Solitamente dà alla luce piccoli già metamorfosati. Prevalentemente notturna, si può trovare allo scoperto di giorno dopo piogge o al coperto sotto sassi, ceppi e fessure. È attiva soprattutto durante i mesi autunnali e primaverili, e non si ritira in letargo invernale nell'Europa meridionale.

Caccia di notte a pochi metri dalla sua tana. Si muove con molta lentezza e la difesa come sopra indicato è affidata al muco che secerne una sostanza su tutta la cute che ha effetto irritante sulla bocca e sugli occhi del predatore (pertanto non tocchiamola e soprattutto se la si dovesse toccare non tocchiamo occhi o bocca). I colori brillanti hanno un effetto di avvertimento. Presente in tutta Italia tranne che in Sicilia e Sardegna ed ovviamente... nel Parco Nazionale del Pollino.

Foto di Gaetano Sangineti

 

Salamandrina dagli occhiali
Salamandrina terdigitata

Foto Gigi Poerio


Una piccola amica nel Parco del Pollino è la inconfondibile salamandrina dagli occhiali nei pressi dei corsi d’acqua incontaminati.
La Salamandrina dagli occhiali è un anfibio della famiglia Salamandridae. La piccola salamandra si presenta affusolata ma con accentuati solchi intercostali, una testa lunga e con occhi chiaramente sporgenti. La coda ha forma cilindrica con un chiaro rilievo dorsale, nel complesso molto lunga. Nelle zampe posteriori presenta 4 dita mentre la sua pelle molto rugosa con verruche sporgenti facendola apparire segmentata. Parte superiore bruna o nera con “decorazioni” triangolari gialle e a volte rosse sul capo. Parti inferiori chiare con macchie scure all’altezza del ventre e gola nera. Caratteristica è negli adulti la parte inferiore della coda e delle zampe che presentano un colore rosso brillante. Le sue dimensioni oscillano tra i 7 e gli 11 cm.
Il suo habitat sono le zone boscose montane con ricco un sottobosco e vicino a corsi d’acqua, la troviamo fino ai 1300 mt slm. Si muove soprattutto di notte ma la si avvista a volte al crepuscolo o nelle giornate dopo le piogge. Una caratteristica è che quando si trova in pericolo arrotola la coda con lo scopo di far vedere le parti rosse in segno di minaccia, mentre se molestata a volte si finge morta. La femmina depone le uova a grappoli attaccandole alla vegetazione sommersa, i piccoli sono simili agli adulti ma respirano con le branchie. Si nutrono di invertebrati. La troviamo in tutta Italia, Sicilia e Sardegna escluse.

Foto Gaetano Sangineti

Le Farfalle

Foto Gaetano Sangineti

Le farfalle sono tra le creature che attirano maggiormente la nostra attenzione e stimolano la nostra fantasia.

Il loro leggiadro svolazzare e i bellissimi colori, portano la primavera nella nostra fantasia. Chi di noi non ha mai utilizzato la farfalla come icona o affiancato questa figura a qualcosa di bello?
Ma la loro funzione non è solo estetica e rievocativa!

I lepidotteri sono molto importanti in natura e sono degli ottimi bio-indicatori. La loro presenza o assenza ci ridà lo stato di salute dell’ambiente, essendone esse completamente dipendenti nei vari stadi del loro sviluppo.

Il loro ciclo vitale è molto affascinante, difatti le farfalle vivono in media un mese, ma alcune specie muoiono solo dopo poche ore, mentre altre sfiorano l'anno di vita.

Alcune specie di lepidotteri vivono per breve tempo senza mai spostarsi dal luogo in cui sono nate, altre invece possono compiere lunghi viaggi e migrare da un continente all'altro, alla ricerca di fonti di cibo e aree idonee per la riproduzione.

Sono quattro le principali fasi di un ciclo vitale di una farfalla:

  • Uovo
  • Bruco
  • Pupa o Crisalide
  • Adulto


La maggior parte dei bruchi ha una sua pianta nutrice sulla quale si nutre e cresce, alcuni sono predatori e si cibano di piccoli insetti, mentre altri ancora vivono accuditi all'interno dei formicai.

Una volta fuoriuscite dalla crisalide le farfalle compiono incredibili evoluzioni al fine di conquistare il partner.

Per difendersi dai nemici hanno adottato svariate tecniche, dall'utilizzo di sostanze velenose, al camuffarsi con colorazioni mimetiche, al fuggire velocemente utilizzando comportamenti strategici.

Negli ultimi 50 milioni di anni le farfalle si sono diversificate in una quantità incredibile di specie; sono più di 20.000 le farfalle diurne.

Considerando anche quelle notturne, dette "Falene", arriviamo a superare le 165.000 specie.

La distinzione tra farfalle e falene non risponde a una classificazione scientifica tassonomica ma deriva dall'uso comune. 

Il termine lepidottero deriva dalle parole greche “lepis” e “pteròn” che significano “scaglia” e “ala” che rivela la loro caratteristica distintiva, cioè avere le ali interamente ricoperte da minuscole scaglie.

Il corpo è così composto:

  • Capo
  • Torace
  • Addome
  • 6 Zampe
  • Antenne
  • Ali


La farfalla più grande esistente è la Ornithoptera alexandrae, o farfalla della regina Alessandra, che può raggiungere un'apertura alare di 31 cm, una lunghezza corporea di 8 cm e un peso fino a 12 grammi.

 

Libellula o Damigella

Calopteryx splendens - Foto Gaetano Sangineti


Le libellule appartengono all'ordine degli Odonati “dal greco: mandibole dentate” si dividono in due gruppi principali: gli Anisotteri, o “vere libellule”, e gli Zigotteri o "damigelle". Presentano il corpo allungato, occhi grandi, antenne corte e due paia di ali trasparenti.
La distinzione avviene facilmente da posate poiché:
• Le libellule tengono le ali aperte e orizzontali.
• Le damigelle tengono le ali verticali e chiuse sopra il corpo.
Vivono nelle vicinanze dell'ambiente acquatico, si nutrono di insetti che catturano in aria, mentre gli esemplari giovanili “ninfe” vivono in acqua e si nutrono di insetti e girini.
Quando la larva diviene matura, passa alla fase successiva “la metamorfosi” così la “ninfa” si arrampica fuori dall'acqua ed in pochi giorni, si evolverà in un insetto adulto. Curiosità la loro fase di sviluppo può durare fino a 5 anni.
Le libellule:
• riescono a battere le ali anche 20 volte al secondo.
• possono arrestarsi istantaneamente.
• sanno librarsi immobili.
• possono volare all'indietro ma per brevi tratti.

Le Damigelle
• hanno vari colori.
• sono più piccole di dimensioni.
• sono più numerose delle libellule.
• hanno forma più slanciata, leggera e aggraziata.
• praticano un volo più lento.